Medioevo fantastico: l'agnello, animale sacrificale e creatura trionfante

Medioevo fantastico: l’agnello, animale sacrificale e creatura trionfante

L’agnello, assieme alla pecora e all’ariete, è uno dei simboli principali dell’arte cristiana ed ebbe una diffusione enorme già ai tempi del cristianesimo primitivo quando, in epoca di persecuzioni, i primi cristiani preferivano utilizzare simboli che rappresentavano Cristo in una maniera tale che solo gli iniziati potevano interpretare.

Tale è il caso del Buon Pastore che si trova raffigurato mentre riporta all’ovile, sulle sue spalle, la pecora smarrita, come narrato dal Vangelo di Luca (15, 5 ) oppure circondato dal suo gregge.

D’altronde era stato Gesù stesso a definirsi in questo modo: Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la sua vita per le pecore (Giovanni 10, 11). E poco più oltre: Io do la mia vita per le pecore. Ed ho altre pecore che non sono di questo ovile. Anche esse io devo guidare, ascolteranno la mia voce e saranno un solo gregge, un solo pastore (Giovanni 10, 15-16).

Ecco due esempi di questa raffigurazione. Il primo è un’incisione del IV secolo, ora nel museo delle terme di Diocleziano, che rappresenta il Buon Pastore, nell’iconografia che vedeva ancora Gesù privo di barba. Il secondo è un mosaico del V secolo che si trova nel mausoleo di Galla Placidia, a Ravenna. Qui il contesto è più tardo e Gesù è decisamente più riconoscibile con la croce in mano e con il capo circondato dall’aureola. Inoltre viene associato alla fonte d’acqua viva di cui parla il vangelo di Giovanni.

Buon Pastore, Roma, incisione del IV secolo, museo delle terme di Diocleziano
Buon Pastore, Roma, incisione del IV secolo, museo delle terme di Diocleziano
Buon Pastore, Ravenna, mausoleo di Galla Placidia, mosaico del sec. V
Buon Pastore, Ravenna, mausoleo di Galla Placidia, mosaico del sec. V

Queste immagini rievocano la pace promessa a coloro che sono stati riscattati e che vivono nel Cristo. I battezzati dei primi secoli sapevano benissimo che la morte era solo un passaggio verso il luogo di pace nell’attesa della resurrezione.

Ma Cristo è anche l’agnello sacrificale, riprendendo così la figura dell’agnello pasquale sacrificato in occasione dell’uscita dall’Egitto e in seguito mangiato dagli Ebrei ogni anno. Da questo punto di vista ricorda anche il sacrificio di Isacco da parte di Abramo, dove l’ariete prende il posto del figlio Isacco, un evento che ricorda agli uomini la certezza dell’aiuto costante di Dio.

Giovanni Battista, quando vede Gesù per la prima volta esclama: «Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo» (Giovanni 1, 29).

Leon, Spagna, chiesa di sant'Isidoro, timpano
Leon, Spagna, chiesa di sant’Isidoro, timpano


I Padri della Chiesa hanno voluto vedere un rapporto fra il sacrificio di Isacco e quello di Cristo. Lo vediamo talvolta rappresentato nell’arte romanica, come nel caso del timpano della chiesa di Sant’Isidoro a Leon, in Spagna dove in basso l’evento biblico viene raccontato in tutti i suoi dettagli e sopra, esattamente sopra la figura di Abramo in procinto di sacrificare il proprio unico figlio, compare l’agnello che porta la croce e orientato, come vedremo a breve, nella direzione del sacrificio.

C’è anche da dire che già i cristiani hanno voluto vedere la vicenda di Gesù nelle parole dei profeti, come Isaia (53, 7): Maltrattato, egli si è umiliato e non ha aperto bocca come un agnello condotto al macello. Oppure come Geremia (11, 19): Io ero come agnello mansueto condotto al macello.

Non che l’associazione fra agnello e sacrificio fosse una cosa nuova. Essa era un concetto già utilizzato dal mondo ebraico (pensiamo all’agnello pasquale) ma più generalmente era ben conosciuto anche nel contesto fenicio e semitico al quale gli ebrei, dopo tutto, appartenevano. Basti citare il fatto il discusso sacrificio molk celebrato nell’area fenicia e anche, pare ormai assodato, anche nell’area palestinese e addirittura nella stessa Gerusalemme. Negli scavi archeologici, assieme ai corpi di bambini o, successivamente, al posto di quelli, si ritrovano spesso ossa bruciate di agnelli sacrificati.

Sia come sia, a livello popolare, i cristiani hanno spesso voluto rappresentare il Cristo della crocifissione sotto le sembianze di un agnello, una devozione contro la quale presero posizione diversi concili dal VI al X secolo. Senza molto successo se questo tipo di rappresentazione si ritrova rappresentato ancora nell’arte romanica come si può vedere nel retro della Croce d’argento di Monjardìn, in Navarra, realizzata in un periodo non molto meglio precisato fra la fine del secolo XI e l’inizio del XIII e che è impressionante per la sua drammaticità. Sul fronte della croce abbiamo l’immagine sofferente di Cristo se osserviamo lo specchio dietro notiamo che sul retro, all’incrocio dei bracci, viene rappresentato l’agnello sacrificale come a ribadire l’equivalenza delle due figure.

Croce di Monjardin (Spagna). realizzata fra la fine secolo XI e l'inizio del secolo XIII
Croce di Monjardin (Spagna). realizzata fra la fine secolo XI e l’inizio del secolo XIII

Equivalenza che può diventare addirittura sostituzione come vediamo nel frammento di croce con al centro un disco con l’immagine dell’agnello del Museo Civico Medievale di Bologna, del sec. XII.

Croce con disco con immagine dell'Agnello, Bologna, Museo Civico Medievale
Croce con disco con immagine dell’Agnello, Bologna, Museo Civico Medievale

Ma l’agnello è anche l’essere che nell’Apocalisse di Giovanni è l’unico capace di rompere i sette sigilli che chiudono il libro e leggerne il contenuto.

Vidi infatti in mezzo al trono, con i quattro Viventi e i Seniori, un Agnello ritto, ma come immolato, con sette corna e sette occhi, che sono i sette Spiriti di Dio inviati per tutta la terra. S’appressò e prese il libro dalla destra di Colui che siede sul trono (Apocalisse 5, 6-7).

Questa immagine ebbe una grande diffusione a livello di miniatura ma lo ritroviamo anche dipinto nelle chiese, come è il caso nell’immagine, sulla volta della cripta della cattedrale di Anagni (fine sec. XII- inizio sec. XIII)

Anagni (Lazio), cripta della cattedrale, Agnello sulla volta,  fine sec. XII inizio sec. XIII
Anagni (Lazio), cripta della cattedrale, Agnello sulla volta, fine sec. XII inizio sec. XIII

Nell’Apocalisse di Giovanni l’Agnello è anche l’animale della Gerusalemme Celeste, la città della salvezza e della rivelazione ormai compiute.

Recita infatti l’Apocalisse:
E la città non ha bisogno della luce del sole o della luna: la gloria di Di, infatti, la illumina e l’Agnello ne è la lampada.
(Apocalisse 21, 23)

e subito dopo:
Entrerà soltanto chi sta scritto nel libro della vita dell’Agnello.
(Apocalisse 21, 27)

Per questo, nelle immagini miniate, anche in quelle molto colorate dei cosiddetti Beatus e altrove, l’Agnello viene rappresentato all’interno della Gerusalemme Celeste come è il caso di questo Beatus conservato nella Biblioteca Nacional di Madrid.

Anagni (Lazio), cripta della cattedrale, Agnello sulla volta,  fine sec. XII inizio sec. XIII
Anagni (Lazio), cripta della cattedrale, Agnello sulla volta, fine sec. XII inizio sec. XIII

Per questo suo ruolo simbolico di colui che illumina la città santa spiega alcune rappresentazioni di epoca romanica come quella della tribuna del priorato di Serrabone, sui Pirenei francesi, dove la figura dell’agnello è inserito all’interno di una raggiera circolare.

Serrabonne (Francia meridionale) Agnus Dei collocato sulla facciata occidentale della tribuna
Serrabonne (Francia meridionale) Agnus Dei collocato sulla facciata occidentale della tribuna

Per lo stesso motivo ritroviamo l’agnello che regge il libro o la croce rappresentato di frequente nella chiave di volta o sulla sommità del timpano delle chiese romaniche. Tale è il caso, per esempio, dell’abbazia di Charlieu, nella Francia centrale con questo animale posto in posizione dominante sul portale. Giova appena ricordare che i 24 cerchi sui quali l’Agnello siede, rappresentano i 24 vegliardi di cui parla l’Apocalisse.

Abbazia di Charlieu (Francia), portale con Agnello
Abbazia di Charlieu (Francia), portale con Agnello

Oppure sul timpano dell’antica chiesa abbaziale del sec. XII di Rheinau, al confine fra Svizzera e Germania, ora collocato nella torre barocca dell’edificio attuale.

Rheinau (Svizzera), timpano dell'antica chiesa abbaziale del sec. XII collocato nella torre barocca dell'edificio attuale
Rheinau (Svizzera), timpano dell’antica chiesa abbaziale del sec. XII collocato nella torre barocca dell’edificio attuale

Dobbiamo infine osservare che le rappresentazioni medievali dell’Agnello pongono a volte l’accento sul suo simbolismo sacrificale, di vittima, altre sulla sua gloria apocalittica. Nel primo caso esso si ritrova rivolto a sinistra, talvolta inginocchiato in atteggiamento di sottomissione. Nel secondo verso destra. Bisogna ricordare che nel medioevo il concetto di destra e sinistra, come vediamo anche nelle chiese, possiede una sua rilevanza e viene associato a valori positivi o negativi. Le chiese, orientate normalmente da ovest verso est, hanno un lato più positivo, quello meridionale associato al sud e al sole e uno più negativo, associato al nord e ai pericoli derivati dal male e dal demonio. Non è un caso che i fonti battesimali vengano di norma collocati sulla sinistra rispetto all’ingresso, quasi come baluardo contro il Maligno.

Tornando all’Agnello, possiamo notare che nell’esempio di Serrabonne che abbiamo già visto, l’animale è rivolto verso destra. Così come quello di Charlieu.

È rivolto invece a sinistra l’Agnello del timpano meridionale della chiesa di Sant’isidoro di Leon in Spagna, la cui valenza sacrificale è resa evidente dall’associazione con Abramo che immola suo figlio Isacco, di cui abbiamo già parlato. Così come quello molto espressivo di Barcellona proveniente da San Pedro de Roda di Barcellona e ora custodito al Museo Marès.

Barcellona, Museo Marès Agnus Dei. Chiave di volta di un portale proveniente da San Pedro de Roda
Barcellona, Museo Marès Agnus Dei. Chiave di volta di un portale proveniente da San Pedro de Roda

Non sempre, tuttavia, i tempi del sacrificio dell’Agnello-Cristo e del suo ritorno glorioso sono separati. E difatti l’Agnello viene frequentemente raffigurato con la testa rivolta all’indietro rompendo così l’orientamento del corpo.

Lo vediamo benissimo, ad esempio nel timpano della chiesa di a Saint-Pierre-aux-Liens a Varennes-l’Arconce, dove l’agnello sacrificale è raffigurato in ginocchio mentre si rigira a guardare la croce di gloria che campeggia sul suo dorso.

Varennes-Arconce (Francia), timpano della chiesa di Saint-Pierre-aux-Liens
Varennes-Arconce (Francia), timpano della chiesa di Saint-Pierre-aux-Liens

Lo stesso schema che vediamo raffigurato a Notre-Dame a Girolles e a Rheinau, come abbiamo già avuto occasione di vedere.

Girolles (Francia), cattedrale di Notre-Dame, portale
Girolles (Francia), cattedrale di Notre-Dame, portale

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